Tra le varie conseguenze dell’effetto Covid, emerge tra una certa parte delle persone un assetto paranoico, che non va confusa con la legittima e comprensibile preoccupazione per la salute, il pensiero paranoico è descritto come patologia psichiatrica con elementi come pervasione da percezione di inimicizia, di solitudine profonda, di incomprensione con l’ambiente esterno, di incomprensione con l’ambiente esterno, ma nel linguaggio comune si può descrivere come “un pensiero fisso che si impossessa della scena e che si inizia a mal interpretare, con una lucidità che ha una sua coerenza interna stringente”, un atteggiamento delirante intorno al sospetto che gli altri ce l’abbiano con noi o che vogliano farci male o tradirci; gli psicologi del Lazio affermano che si potrebbe dire che la paranoia “è un drammatico fallimento della fiducia nell’altro”, l’antidoto, dunque, è ripartire dalla comunità, dalle relazioni reali, quelle che creano continuità nel tempo, quelle che ci accompagnano e che diventano specchi per la nostra evoluzione.
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Photo Credit: Miltonrubio (Commons.wikimedia)