E’ uscito da pochi giorni, edito da Mondadori, il libro autobiografico di Monica Contrafatto dal titolo “Non sai quanto sei forte. Dall’attentato alle paralimpiadi: la mia rinascita”, pubblichiamo, in esclusiva per Romapertutti.it, la recensione del libro di Ugo Fanti.
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La recensione del libro:
Tra i film che hanno fatto si che Humphrey Bogart divenisse un’icona del cinema mondiale ce n’è uno, del 1947, diretto dal regista americano John Cromwell, intitolato “Dead Reckoning”, tradotto in italiano con l’evocativo ”Solo chi cade può risorgere”. Si tratta del classico noir made in USA, ma il titolo italiano sintetizza bene il senso della storia: nella vita c’è sempre una seconda occasione, basta saperla vedere e soprattutto cogliere al volo, quando si presenta e si può “risorgere”, anche se si è toccato il fondo, ovvero rialzarsi e ricominciare a vivere.
Anche le storie di molte presone disabili raccontano di una ‘seconda occasione’. Trovarsi a fare i conti con una disabilità dopo avere vissuto, fino a quel momento, una vita normale può, infatti, portare a pensare di essere giunti al capolinea della propria esistenza e che nulla sarà più come prima. Certo quest’ultimo pensiero è reale, perché una disabilità acquisita cambia radicalmente la vita di chi la soffre, costringendolo a rivederne tutti i parametri e a ripensarne tutte le certezze della vita precedente. Ma se si riconosce – e si afferra – la propria ‘seconda occasione’ la vita può ricominciare ed essere ancora piena e soddisfacente.
E’ quello che è successo a Monica Contrafatto, campionessa paralimpica di velocità su pista e medaglia di bronzo – dietro la tedesca Vanessa Low, eterna rivale di Martina Caironi, che vincerà l’oro – nella finale dei 100 metri alle Paralimpiadi di Rio 2016. La sua storia, appassionante proprio come quella di un film, inizia in Afghanistan. Monica è Caporal Maggiore scelto del 1° Reggimento Bersaglieri, è il 24 Marzo del 2012 e la base militare in cui si trova, per la sua seconda missione di pace nel Paese asiatico, viene attaccata a colpi di mortaio dai talebani. Il primo colpo è schivato, ma il secondo la colpisce all’altezza della femorale, all’addome e ad una mano. La gamba destra verrà amputata, un tratto dell’intestino asportato, la mano ricostruita, utilizzando un osso della gamba.
A quel punto la vita del Caporal Maggiore scelto Monica Graziana Contrafatto, 31enne siciliana di Gela, sembra finita, ma lei resiste. Viene trasportata in Italia per le cure e, nel 2015, è decorata con la Medaglia d’Oro al Valore dell’Esercito (prima donna-soldato ad ottenerla) per avere, durante un’azione militare salvato alcuni suoi uomini, mettendo a rischio la propria vita e rimanendo gravemente ferita.
Monica vive, dopo il rientro in Italia, tutta la fase delle cure e della faticosa riabilitazione e, mentre la vita di prima se n’è andata, con la sua gamba destra, la giovane gelese non vede una luce in fondo al tunnel. Ma ecco presentarsi la sua ‘seconda occasione’. Una sera – mentre nella stanza d’Ospedale, dove trascorre i tempi di una lunga riabilitazione, sta facendo zapping con il telecomando della TV- incoccia nelle Paralimpiadi di Londra 2012 e assiste alla vittoria (in verità al trionfo) di Martina Caironi – amputata come lei di una gamba, all’altezza del ginocchio – che vince l’oro nei 100 metri sbaragliando tutte le avversarie con il tempo di 15”87, nuovo record del mondo della specialità.
In quel momento Monica decide di afferrare quell’inattesa possibilità che la vita le propone: sarà anche lei un’atleta paralimpica. In fondo anche così, magari vincendo una medaglia, si può continuare a servire il proprio Paese. La tenacia e la forza di volontà, acquisite – e forgiate – con il servizio militare, la faranno diventare una campionessa paralimpica, con un palmares di tutto rispetto.
La divisa è rimasta la sua passione e un tatuaggio sul braccio sinistro che recita: “Non sai quanto sei forte, finché essere forte è l’unica scelta che hai”, è la sola cosa che ricordi di quella bomba, caricata a molla, che l’ha colpita cambiandole la vita. Una bomba che però non l’ha fermata. Lei, infatti, ha deciso di non farsi definire da un attentato: mutilata in missione è risorta sulla pista, lo sport dunque l’ha salvata.
Ma Monica resta pur sempre un militare infatti, divenuta un’atleta paralimpica, gareggia per il GSPD, il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa e – come molti suoi colleghi militari disabili, diversi dei quali diventati atleti paralimpici – è collocata nel Ruolo D’Onore dell’Esercito (che solo il nostro Esercito possiede) – dove vengono iscritti, d’ufficio e a vita, gli Ufficiali ed i Sottufficiali divenuti inabili per causa di servizio o in conseguenza di azioni militari
Tenace, ma allo stesso tempo ironica, ora Monica Contrafatto si racconta (e ci racconta la sua storia) in un libro, edito da Mondadori, intitolato: “Non sai quanto sei forte, dall’attentato alla Paralimpiadi la mia rinascita”. Un libro che lei dedica “a tutti i coraggiosi che ogni giorno superano, con ironia e tenacia, gli ostacoli della vita, proprio come se fossero ostacolisti, e che decidono di partire senza preoccuparsi di quanto tempo impiegheranno per arrivare al traguardo.”. “La loro resilienza e la loro capacità di rimanere concentrati sul lato positivo” – continua la dedica – “sono tesori preziosi, in grado di fare la differenza nel mondo.”. Un libro importante perché ci ricorda – attraverso la storia di una ragazza normale a cui la disabilità non ha tolto la voglia di vivere – il potere dei sogni, che possono avverarsi se si capisce che ognuno di noi ha dentro di sé la forza per far si che questo accada, si tratta solo di capirlo e di liberarla quella forza.
Se c’è un libro che dobbiamo leggere e ri-leggere più volte, magari segnando i passi per noi importanti, è proprio questo che viene ancora dedicato dall’autrice “alle persone che temono il cambiamento e tendono a buttarsi giù”. Gli occhi che si posano sulle pagine, che scorrono veloci, raccontano alla mente una storia che parla di passioni e di momenti duri, “di discese ardite e di risalite” (avrebbe cantato Lucio Battisti), ma anche di attimi felici e di una forza di volontà e una tenacia non comuni, qualità che hanno permesso al Caporal Maggiore scelto dei Bersaglieri e campionessa paralimpica di atletica leggera Monica Graziana Contrafatto di rialzarsi e ricominciare ad essere e fare, perché “anche chi cade può risorgere” e la sua storia davvero ce lo insegna.