L’obiettivo del percorso di rinnovamento intrapreso, fanno sapere dall’azienda, era quello di rendere la lingerie accessibile e comoda per tutte, indipendentemente dalle proprie esigenze fisiche o sensoriali.
La nuova linea adattiva è stata progettata per rispondere alle esigenze delle donne con particolari necessità. Uno degli articoli di punta della collezione è un reggiseno che sostituisce la tradizionale chiusura ad uncino con un’apertura magnetica frontale. Questa soluzione, oltre a essere pratica, permette di indossare l’indumento con un semplice click. E non è tutto: le bretelle regolabili anteriormente garantiscono una vestibilità sicura e confortevole.
La creazione di questa linea non è stata affatto semplice. Victoria’s Secret ha ammesso di aver avuto delle difficoltà iniziali nel soddisfare le esigenze specifiche delle persone con disabilità. Tuttavia, grazie all’intervento di Lydia Smith, chief diversity officer dell’azienda, il progetto ha preso forma.
La realizzazione della collezione adattiva è stata possibile grazie alla collaborazione con Gamut Talent Management, una società di consulenza che ha lavorato con marchi come Adidas e Tommy Hilfiger, insegnando loro come rappresentare al meglio le persone con disabilità.
La linea, che sarà disponibile in circa 40 negozi selezionati a ottobre e sul sito web dell’azienda, ha ricevuto il Gamut Seal of Approval, un riconoscimento che attesta la sua user-friendliness.
Certo, i dirigenti dell’azienda sostengono che la lingerie adattiva sia anche una mossa potenzialmente intelligente, dato che le stime indicano che il settore avrà un valore di 400 milioni di dollari entro il 2026, rispetto ai 278,9 milioni di dollari del 2017.
In sintesi, però, a volte non è solo marketing. Victoria’s Secret ha ampliato la sua offerta, ma ha anche inviato un messaggio forte e chiaro. Si apre un nuovo capitolo di inclusività nel mondo della lingerie.
La realizzazione della collezione adattiva è stata possibile grazie alla collaborazione con Gamut Talent Management, una società di consulenza che ha lavorato con marchi come Adidas e Tommy Hilfiger, insegnando loro come rappresentare al meglio le persone con disabilità.
Photo: Infoabile.it