Con lo scatenarsi del Coronavirus, nell’ultimo anno e più, c’è stato un amplificarsi di un pesante disagio che da sempre viene sopportato da molte mamme, che combattono contro disabilità motoria, psichica, disfunzioni dei servizi, bullismo dentro la scuola o fuori da essa, emarginazione sociale, come pure le incomprensioni familiari, con il coniuge per divergenze nella gestione delle problematiche connesse alla disabilità o con gli altri figli per vissuti di trascuratezza sul piano affettivo, con la conseguenza che frequentemente le mamme si ritrovano da sole a sostenere la routine quotidiana. Le statistiche dicono che c’è stato un incremento del 30% dei ricoveri in psichiatria per autolesionismo o per tentativo di suicidio, del 28% per disturbo del comportamento alimentare, tra i bambini è stato osservato un netto incremento di disturbi del sonno, irritabilità e difficoltà di concentrazione, mentre negli adolescenti prevalgono ansia e depressione. Le mamme avrebbero diritto a servizi più efficienti, capaci non soltanto d’intercettare il malessere, realizzare una presa in carico del sintomo e una gestione capace di alleggerire la fatica fisica e psichica a cui sono sottoposte, esperte di primo livello delle problematiche poste dalle disabilità sono loro, che fanno i conti giorno per giorno con il variare delle esigenze della quotidianità, perché una mamma è per definizione incapace di pensare altro che l’unico pensiero e obiettivo che naturalmente la anima è il benessere dei propri bimbi, e per loro diventano tollerabili anche i sacrifici più pesanti.
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Photo: Ilcorrieredellacitta